Il
ruolo del family caregiver è riconosciuto in Italia?
Negli
ultimi decenni in numerosi dossier istituzionali ed anche in alcune legislazioni
nazionali e regionali si fa frequentemente cenno alla presenza dei familiari
delle persone con disabilità.
Al
di là della difformità di appellativi con cui vengono individuati il ruolo
ricoperto dal family caregiver rimane assurdamente nebuloso e volutamente
generalizzato.
Come
se l’individuazione specifica della persona che si fa carico di questo ruolo
rappresentasse il sovvertimento di un’intera impostazione ideologica che vede
l’intervento sociale ancora improntato su assistenzialismo e politiche di controllo
istituzionalizzanti.
A
differenza di tutte le altre nazioni europee il familiare che assiste con
continuità il proprio congiunto con disabilità grave non è in alcun modo
assicurato.
Appare
evidente come tale irrisoria copertura
sia lontanissima dal supporto sanitario obbligatorio per i family caregiver
previsto nel resto dell’Europa dove esiste una periodica vigilanza sanitaria,
oltre che la copertura assicurativa delle malattie, comprese quelle patologie
professionali che vengono riconosciute come condizioni usuranti in molti lavori
perfino in Italia.
Ma
c’è di più: quando la sopravvivenza di una persona con disabilità grave
richiede necessariamente la presenza continua di un familiare perché nel
territorio non vengono erogati o non esistono supporti adeguati a condizioni di
alta intensità assistenziale, il family caregiver è costretto a rinunciare alla
copertura contributiva che potrà permettergli, qualora sopravvivesse al proprio
caro, di accedere ad un dignitoso
supporto pensionistico.
In
altre nazioni l’azione contributiva non viene interrotta quando si è costretti
a scegliere di assistere il proprio congiunto… senza contare che perfino in
nazioni come la Spagna, economicamente più vicina all’Italia, è prevista
un’adeguata retribuzione del family caregiver.
E’ per questo che si è deciso
d’intraprendere un’azione legale collettiva per il riconoscimento giuridico
della figura del caregiver in Italia, attraverso rivendicazioni di carattere
economico-previdenziali.
L’azione
legale verrà seguita da un prestigioso team di professionisti tra i quali il
Prof. Paolo Cendon, creatore in Italia dell’istituto dell’Amministrazione di
Sostegno, e dall’Avv. Marco Vorano, attualmente impegnato nei ricorsi rivolti
al riconoscimento delle cure con cellule staminali.
La
decisione di seguire le vie legali è sortita dall’evidente mancanza di volontà
politica di rendere norma applicabile un provvedimento che si trascina nel
Parlamento italiano da 18 anni e diverse legislature, quale proposta di legge
con il più lungo iter parlamentare della nostra Repubblica, volta al
prepensionamento dei caregiver, ai quali – con il sostegno di prove
scientifiche inoppugnabili – è purtroppo riservata una sensibile riduzione
delle aspettative di vita a causa dell’elevato stress al quale sono
continuamente sottoposti.
La
causa verrà promossa e sostenuta anche attraverso una serie di azioni ed eventi
per sensibilizzare il mondo scientifico e l’opinione pubblica su una fascia di
popolazione fino a questo momento trascurata pesantemente dai legislatori
nonostante il fondamentale apporto – finora totalmente gratuito e disconosciuto
- offerto da questi al settore sociale del Paese.
Tra gli strumenti individuati
è previsto un Convegno, in una sede istituzionale di altissimo livello e con
relatori di prestigio internazionale - che analizzerà la figura del caregiver
dal punto di vista giuridico, medico e sociologico - pubblicazioni volte alla
diffusione di una cultura del rispetto nei confronti delle disabilità
gravissime e questo blog, dedicato sia alla stessa azione legale che ai
contatti tra ricorrenti e sostenitori dell’azione legale.
HO UNA RAGAZZA DISABILE, SONO VEDOVA SENZA PENSIONE,VORREI CHIARIMENTI COSA VUOL SIGNIFICARE CAREGIVER,NON SONO A CONOSCENZA DI CIO',NON SONO PIU' GIOVANE HO 60 ANNI E LEI NECESSITA' ASSISTENZA, PER LA SUA DISABILITA',NON RIUSCENDO A SVOLGERE GLI ATTI QUOTIDIANI,RICONOSCIUTA DALLA COMMISSIONE LA LEGGE 18 ,LA LEGGE 118,E ULTIMAMENTE LA 104,ESSA VIVE CON SOSTEGNO DI TUTORI DAI PIEDI ALLE GAMBE E PROTESI INTERNA LUNGO LA SPINA DORSALE, VI E' UNA ASSOCIAZIONE CHE CI PUO' FAR CONOSCERE I DIRITTI A RIGUARDO CIO'? E PROTEGERCI DA QUELLE PERSONE CHE SONO AL SERVIZIO COMUNALE X UMILIARCI E FARCI SOFFRIRE? ( parlo del comune in cui risiedo ERICE- SICILIA).VI RINGRAZIO E ATTENDO VOSTRE NOTIZIE MI CHIAMO ANTONINA CIAO
RispondiEliminaCiao Antonina, questo blog e soprattutto questa battaglia giuridica per il riconoscimento del familiare caregiver è nata proprio per la tua situazione che è comune a molte altre in italia. Manda la tua adesione alla mail info@famigliedisabili.org perché non solo i tribunali ma soprattutto il mondo politico possa rendersi conto di quante persone svolgono quotidianamente un lavoro di cura in sostituzione dei doveri dello stato senza essere in alcun modo tutelate. Abbiamo il diritto ad accedere ad una pensione dignitosa, abbiamo il diritto di avere una tutela sanitaria che prevenga e supporti tutte quelle patologie da lavoro sfibrante ed usurante che acquisiamo mentre ci occupiamo dei nostri figli. Abbiamo diritto che il nostro lavoro sia riconosciuto e rispettato perchè ha lo stesso valore del lavoro di tutti i professionisti che operano nel campo della disabilità.
EliminaCiao Antonina purtroppo la sicilia ,che amo anche perché mia moglie è siciliana, è una delle regioni più penalizzate per i disabili si mangiano tutto in regione fino a poco tempo fa io con la patologia di mia figlia se avessi resieduto in sicilia avrei potuto andare in pensione a 50 anni mentre per i casi come il suo non lasciano quasi niente ma non si lasci intimorire dai mesi comunali e chiami i carabinieri se si dovesse sentire umiliata, la saluto calorosamente e non molli mai
RispondiEliminaio ho un bambino di sette anni con sindrome di down posso fare questo ricorso?
RispondiEliminaSono il padre di una ragazza (16enne) con grave disabilità, sindrome C.de L.., ho 55 anni, coltivatore diretto. Vorrei gentilmente sapere se spettano anche a noi piccoli lavoratori autonomi "opportunità-diritti". Ormai non si riesce più a seguire con regolarità l'attività, orari e tempi sono sempre più condizionati dalle necessita della nostra ragazzina , giustamente e lei al primissimo posto. Naturalmente, se c'è qualcosa che possa in un certo senso dare sollievo a tale situazione ben venga. Affidare ad altre persone, anche se solo in minima parte, servigi alla piccola è di fatto impossibile quindi. Grazie per l'attenzione.
RispondiEliminaMaurizio L.